La fascite plantare è un quadro caratterizzato dalla comparsa di un dolore calcaneare a livello dell’inserzione della fascia plantare responsabile del mantenimento dell’arco plantare.
L’infiammazione può essere associata a una caratteristica spina calcaneare, un’escrescenza ossea del calcagno. L’escrescenza è ben visibile radio graficamente, si estende verso le dita del piede a partire dal processo mediale di uno o ambedue i calcagni.
L’insorgere della fascite plantare si osserva con maggiore incidenza in pazienti maschi con un’età compresa tra i 20 e i 60 anni. Inoltre si può avere fascite plantare in tutti i soggetti che si idratano poco.
Il dolore dipende da una reazione infiammatoria della fascia, che successivamente va incontro a una reazione degenerativa e si contrae perdendo la sua capacità elastica. Le cause che portano all’infiammazione della fascia sono molteplici. Tra queste troviamo: un’eccessiva sollecitazione, per o a causa di una intensa attività sportiva; il morfo tipo del piede (cavo o piatto) o una cattiva postura che mantengono in tensione i muscoli della fascia; ripetuti microtraumi; micro lacerazioni; micro aderenze attorno alla fascia plantare; una periostite; l’utilizzo di calzature inadeguate; la mancanza di un’adeguata quantità di acqua e aminoacidi.
I pazienti affetti da fascite plantare presentano un caratteristico dolore al tallone e alla pianta del piede, che si avverte maggiormente al risveglio, quando la fascia plantare è ancora “fredda”, e si attenua poi nel corso della giornata, riacutizzandosi però durante l’attività sportiva. Il dolore è nullo o minimo quando il piede è in posizione di riposo, non sollecitato dall’azione del passo e dal peso corporeo. All’esame obiettivo, la patologia si manifesta con un dolore che viene evocato alla palpazione mediale del calcagno. L’atleta riferisce un dolore alla pianta del piede accompagnato nei casi più gravi da un’impossibilità a correre e a camminare, soprattutto nelle fasi più acute.